Un Piano Straordinario per l’Agricoltura del Mezzogiorno d’Italia

L’agricoltura italiana, quale comparto primario del Pil nazionale, può avere un futuro solo se con il nuovo PNRR si studia uno stratagemma per attuare un Piano Straordinario per l’agricoltura del Mezzogiorno.

Il PNRR è un’opportunità da non sottovalutare ed è per questo che il Governo Centrale deve attuare progetti e finanziamenti ad hoc per rilanciare l’intero comparto agricolo. Il Mezzogiorno è una fonte di potenzialità trascurate che, in assenza di un intervento straordinario provocherà una spaccatura con il resto del Paese, con conseguenze negative per l’intero sistema economico e per la stessa tenuta sociale.
Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania principali regioni del Sud Italia dove la filiera agricola è fonte di reddito per miglia di lavoratrici e lavoratori, per poter sviluppare politiche di visione europea devono guardare al PNRR con un piano che serve per dare  esecuzione a  progetti di ammodernamento avanzato, sia attraverso la meccanizzazione ma anche e soprattutto per la coltivazione e trasformazione dei prodotti agricoli implementato da un piano straordinario anche sulla sicurezza del lavoro.

Il Piano Straordinario deve guardare anche e soprattutto alle nuove generazioni oltre che allo sviluppo di Piani Rurali in tutto il Mezzogiorno. Serve, inoltre, una forte presa di posizione da parte del Governo, delle istituzioni e delle forze  social – tutte, nessuna esclusa,- ad uno sforzo aggiuntivo ed, il PNRR, in questo momento, è il principale strumento a disposizione del Governo per poterlo programmare secondo i piani dell’esecutivo. Al Sud dovrebbero essere destinati circa un terzo dei fondi europei, una quota che non sembra prendere in considerazione i ritardi che affliggono il meridione. Le risorse in arrivo offrono anche la concreta possibilità di rilanciare l’agricoltura del Mezzogiorno, che per qualità delle produzioni è già competitiva con il resto dell’Italia, ma non può ancora contare su infrastrutture e servizi di livello  adeguato
I dati allarmanti dello Svimez l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (Svimez), recitano chiaramente un divario tra il Centro Nord e il Sud Italia. Il Centro-Nord con la ripresa 2021-22 recupererà il Pil perso nel 2020, il Mezzogiorno a fine 2022 avrà ancora da recuperare circa 1,7 punti che si sommano ai circa 10 punti persi nella crisi del 2008-13. L’agricoltura del Mezzogiorno può dare un grande contributo alla ripartenza.

Per avere basi solide il rilancio dell’agricoltura del Mezzogiorno deve però coinvolgere le nuove generazioni. Quelle che ora sembrano avere come unica opzione un impiego nel secondario o nel terziario e l’abbandono della terra di origine.

Serve, inoltre, un piano per gli alloggi al fine di debellare il fenomeno del Caporalato. Come abbiamo avuto modo di ribadire nel Convegno organizzato dalla Confsal Nazionale – “ Ripartiamo insieme: Lavoratori ed aziende per un nuovo Patto di rilancio dell’agricoltura del Mezzogiorno” -, “il caporalato si sconfigge se tutti assieme, aziende, lavoratori e istituzioni si impegnano al rispetto delle regole dell’accoglienza, della sicurezza sul lavoro e della solidarietà sociale.

La legge 199/16  è uno strumento di tutela nei confronti di tutte quelle lavoratrici e lavoratori, soprattutto stranieri, se viene condiviso da tutte le parti sociali ed dalle istituzioni. Diversamente continueremo ancora a vedere sfruttamento e ingiustizie che un Paese come l’Italia e, soprattutto l’Europa, quell’Europa dei Popoli dei Padri costituenti, non possono permettersi di accettare.

                                                                                             Leonardo De Marco

                                                                                               Feder.Agri  – Calabria

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